Normativa e iniziative attuate
Livello internazionale
Negli ultimi anni, in molti paesi sono state avviate diverse iniziative coordinate, volte alla riduzione delle perdite alimentari e dello spreco di cibo. Le Nazioni Unite, a partire dal 2011, hanno cercato di quantificare nel modo più dettagliato possibile le perdite e lo spreco alimentare, e di fare una valutazione degli impatti che tali sprechi comportano sull’ambiente. Nel 2012 la Comunità Europea ha indirizzato le proprie strategie in un’ottica di maggiore sostenibilità, stabilendo degli obiettivi specifici che i Paesi Membri devono impegnarsi a raggiungere:
- ridurre lo spreco alimentare del 35% (o più) entro il 2025
- attivare e promuovere campagne di sensibilizzazione per insegnare a ridurre lo spreco
- migliorare l’efficienza dell’industria alimentare lungo la filiera
- rendere le etichette di maggiore comprensione
- incoraggiare le iniziative di distribuzione degli alimenti ai meno abbienti
- monitorare le misure di prevenzione e coordinarle tra i diversi Stati Membri.
Livello nazionale
Anche a livello del nostro Paese sono state promosse numerose attività e attuate campagne contro lo spreco.
“Un anno contro lo spreco” è un progetto lanciato nel 2010 da Last Minute Market (spin off dell’Università di Bologna) e promosso con il patrocinio del Parlamento Europeo, Commissione Agricoltura e Sviluppo rurale, per sensibilizzare l’opinione pubblica e le istituzioni su questa tematica. Nel 2010 la campagna si è orientata essenzialmente sugli sprechi alimentari, mentre nei due anni a seguire rispettivamente sugli sprechi idrici ed energetici. Nel 2013, la campagna ha cambiato nome in “Spreco Zero”, con l’obiettivo di contribuire a creare una realtà più sostenibile, aumentando la consapevolezza nei confronti di queste problematiche e promuovendo l’adozione di buone pratiche attuabili da tutti i cittadini nella normale vita quotidiana. Nello stesso anno è stato avviato dal Ministero dell’Ambiente un altro progetto: il PINPAS (Piano Nazionale di Prevenzione degli Sprechi). Promosso in seguito al recepimento della direttiva europea 2008/98/CE, che ha introdotto l’obbligo per gli Stati Membri di redigere dei programmi per ridurre la produzione di rifiuti, il PINPAS rientra nel più ampio Piano di Prevenzione dei Rifiuti, che ha l’obiettivo di ridurre la produzione di rifiuti urbani per unità di PIL del 5% tra il 2010 e il 2020. In questo contesto, il PINPAS ha il compito di evidenziare tutti gli aspetti salienti che possono riguardare la prevenzione dei rifiuti alimentari, sottolineando l’importanza di una corretta educazione a scuola su queste tematiche, tramite progetti mirati e campagne di sensibilizzazione, in modo da ridurre la quantità di prodotti alimentari destinati al consumo umano che vengono gettati. Il PINPAS propone anche misure sul sistema di etichettatura dei prodotti alimentari, insistendo sulla differenza tra “data di scadenza” e “termine minimo di conservazione”, e definisce degli accordi volontari che promuovono le buone pratiche anti-spreco a fini di solidarietà sociale, come la donazione dei prodotti alimentari invenduti da parte di ristoranti, mercati, bar e hotel.
Livello regionale
Nel giugno 2014 la Regione Lombardia ha promosso il Piano Regionale di Gestione dei Rifiuti, che comprende il Piano Regionale di Prevenzione dei Rifiuti e, di conseguenza, le azioni di riduzione dello spreco alimentare ad esso connesse. Contrastando lo spreco alimentare (e quindi diminuendo la formazione di rifiuti):
– si riduce l’impatto ambientale (diminuiscono le emissioni e si ha un risparmio a livello energetico);
– si ottiene un risparmio economico (smaltire i rifiuti ha un costo, senza contare il denaro sprecato per produrre cibo inutilizzato);
– si promuove la solidarietà sociale (donazione dei prodotti invenduti).
Nello stesso anno l’associazione Adiconsum ha pubblicato i risultati di un’indagine, (facente parte del progetto “L’Expo del consumatore – Risparmia(Ti) lo spreco” patrocinato dal Comitato Scientifico per EXPO e dal Comune di Milano) condotta su un campione di 2.727 famiglie lombarde, che fra il 25 giugno 2014 ed il 15 luglio 2014 hanno risposto a un questionario sulla tematica dello spreco alimentare.
Da tale indagine è emerso che:
- solo il 5% delle persone fa la lista della spesa e compra solo quanto indicato;
- il 15% compra anche altre cose;
- il 19% non compila alcun promemoria prima di recarsi a fare acquisti;
- la scadenza pare essere il criterio di scelta più importante ;
- lo spreco di alimenti avviene soprattutto a tavola: quotidianamente per il 2% degli intervistati, spesso per l’8%, qualche volta per il 39%, raramente per il 40%;
- l’11%, invece, afferma che a tavola non si registrano mai forme di spreco;
- le cause principali dello spreco registrato sono il fatto di aver cucinato porzioni superiori al bisogno e la presenza di ospiti;
- le eccedenze, quando riutilizzate, vengono riproposte in pasti successivi e poi sono riutilizzate per cucinare altri piatti oppure sono congelate;
- solo l’1% degli intervistati afferma di gettare via quotidianamente o spesso prodotti acquistati e mai cucinati o consumati;
- il 13% qualche volta, il 57% raramente e il 29% dice di non buttare mai ciò che è stato comprato;
- le cause per cui il cibo viene gettato via sono perché ha superato la data di scadenza e, soprattutto, perché aspetto, odore e sapore suggeriscono che l’alimento non è più “buono”;
- complessivamente, da 1 a 10, le famiglie intervistate si collocano in corrispondenza del valore 3,5, ad indicare: “sprechiamo poco”;
- coloro che si percepiscono come più “spreconi” sono i maschi under 30, i più attenti sono gli uomini over 65;
- chi dichiara di non avere mai fatto la lista della spesa si percepisce come più “sprecone”.
A fianco del progetto sono state introdotte delle iniziative di recupero di prodotti alimentari in eccesso nel settore della ristorazione organizzata, tra i quali Siticibo, che attraverso il ritiro da mense aziendali tra il 2004 e 2014, ha raccolto 3.594.643 porzioni di piatti pronti, 962 tonnellate di pane e prodotti da forno, 1.045 tonnellate di frutta e verdura.